Traduzione Giancarlo Sissa - ( contributo di obtorto )
Se uccidete le fonti
se strangolate i fiumi
voi non berrete piu'
se non alla vacuità del vento
la vostra lingua cadrà
con l'erba secca
e ben presto non avrete che sabbia
nei ruscelli delle vene
Se sgozzando le foreste
voi strappate a ogni albero
un pò dell'anima umana
voi perderete per sempre
l'idea stessa della primavera
e l'innocenza dei passi
in un cammino di foglie
e quando avrete bruciato
la stoffa blu del cielo
non avrete piu' mattini
per rinfrescare il giorno
solo vi resternanno fra le mani
luci morte
e quando avrete mescolato a ogni onda
il fetido sudore delle fabbriche
gli escrementi dei vostri sogni
con che diritto vi stupirete
se il mare non sarà pieno
che delle vostre lacrime?
quando vedrete la neve
e la sua ala di silenzio
dissolversi per sempre
sotto i vostri occhi
quando setaccerete in ginocchio
la pietra e la cenere
per ritrovare il profumo
il profumo soltanto
dei frutti scomparsi
quando avrete, uomini, annodato
al collo della terra
la sua collana di agonie
uomini, voi vi rivolgerete
verso voi stessi
e vedrete cadere dalle vostre dita
una polvere fredda
e in essa riconoscerete
il vostro volto
e comprenderete allora
improvvisamente troppo tardi
che uccidendo le fonti il cielo e l'onda
uccidendo la neve uccidendo l'albero
era il vostro stesso volto
che condannavate a morte
allora uomini, penserete
nella vostra notte deserta
nella vostra notte atroce
alla dolcezza lontana
alla grande dolce forza
che vestiva il mondo
e in piedi
soli
atteriti
bambini smarriti
nello splendore rovinoso dei paesaggi
uomini voi vi maledirete